Pasquino, la voce del popolo.
Mentre la Striscia di Gaza continua ad essere teatro di una devastante crisi umanitaria, causata da un genocidio in corso con un numero intollerabile di vittime civili, si levano voci critiche e indignate sulle azioni e le inazioni delle istituzioni internazionali. La situazione è allarmante: il tiro al bersaglio dell'esercito israeliano che vedono civili uccisi o feriti mentre cercano disperatamente aiuti umanitari, come i recenti episodi che hanno causato la morte di oltre cento persone e il ferimento di circa cinquecento, inclusi i tragici eventi a Rafah, sollevano non possono essere tollerati e necessitano di urgenti interventi di protezione delle popolazioni più vulnerabili.
In questo contesto di emergenza, l'attenzione si concentra sulle decisioni dell'Unione Europea. Stupisce, indigna e crea ribrezzo la recente allocazione di oltre un miliardo di euro di fondi europei destinati alla ricerca e dati allo Stato di Israele, con beneficiari che includono anche il Ministero della Difesa e aziende del settore bellico. Questa scelta appare uno schiaffo alla tanto proclamata democrazia in stridente contrasto con la retorica dei "valori" e dei "diritti" promossi dall'UE, specialmente considerando il genocidio a Gaza.
Questa politica di finanziamento coesiste con l'imposizione di nuovi pacchetti di sanzioni contro la Russia e con spese ingenti, nell'ordine di ottocento miliardi di euro, destinate a "difendere la falsa libertà e la falsa democrazia". Questa "libertà" include la possibilità di agire impunemente in scenari di crisi umanitaria. Il devastante doppiopesismo delle politiche europee mostra sempre più la falsa coerenza e l'inefficacia dell'UE nel promuovere la pace e la giustizia a livello globale.
È un dovere morale di tutti noi chiedere conto di queste scelte e spingere affinché le azioni delle istituzioni internazionali riflettano concretamente gli ideali di umanità e di protezione dei diritti fondamentali. La trasparenza e la responsabilità sono essenziali per ristabilire la fiducia e per assicurare che chi ha il potere di agire lo faccia in modo etico e coerente, e chi si è reso complice dovrà pagare passando per il Tribunale Penale Internazionale.

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