Redazionale:
Ancora sangue sulle strade e nei cantieri d'Italia, a pochi giorni dalla festa dei lavoratori. Cinque vite spezzate in sole 24 ore, cinque famiglie distrutte, un bilancio assurdo che grida vendetta e svela la cruda verità: quelle sul lavoro non sono tragedie, ma omicidi. Raffaele schiacciato da un ingranaggio, Stefano precipitato da un'altezza fatale, Francesco folgorato, Roberto investito mentre cercava di arrotondare una pensione da fame, Endrit, un ragazzo di appena 24 anni, caduto dal dodicesimo metro. Storie diverse, ma un unico, agghiacciante filo conduttore: la strafottenza di un sistema padronale che calpesta la vita umana in nome del profitto.
Queste morti non sono frutto del caso, ma la conseguenza diretta della mancata applicazione delle più elementari norme di sicurezza, della logica perversa del massimo ribasso negli appalti, della catena infinita di sub-appalti e sub-sub-appalti che scarica ogni responsabilità verso il basso, fino all'ultimo anello, quello del lavoratore, il più debole e indifeso. Si prendono lavori a prezzi stracciati e poi, per non perdere soldi, si taglia sulla sicurezza, si ignorano le protezioni, si costringono i lavoratori a operare in condizioni disumane e pericolose. Questo non è un incidente. È omicidio premeditato dal profitto.
È ora di dire basta a questa mattanza quotidiana! È indispensabile e urgente istituire il reato di omicidio sul lavoro, perché chi non garantisce la sicurezza dei propri dipendenti deve pagare con la galera, non con multe ridicole. Dobbiamo porre fine alla piaga della precarietà e abolire la pratica del sub-appalto selvaggio che annacqua le responsabilità e lascia impuniti i committenti principali. La stazione appaltante ha il dovere morale e legale di garantire la sicurezza lungo tutta la filiera!
L'indignazione non basta, serve azione. Il futuro dei lavoratori, la loro stessa vita, è nelle nostre mani. Andiamo in massa a votare ai referendum dell'8 e 9 giugno! Spazziamo via con una valanga di "SÌ" le leggi inique che permettono questo scempio! Fermiamo la strage! La sicurezza sul lavoro è un diritto, non un privilegio.

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