Policy

progettare il futuro

Cookie-Policy

Privacy-Policy

Terms-and-conditions


facebook
instagram
youtube
whatsapp
tiktok

Decreto Sicurezza: Allarme di 257 Giuristi per la Democrazia

2025-04-28 06:43

Redazionale

politica interna,

Decreto Sicurezza: Allarme di 257 Giuristi per la Democrazia

i firmatari esprimono profonda preoccupazione per un provvedimento che, a loro avviso, tradisce un'impostazione "autoritaria, illiberale e antidemocratica

Tratto da un articolo per il Fatto Quotidiano di Franz Baraggino

 

Oltre 250 giuspubblicisti italiani, tra cui ex Presidenti e Vice Presidenti della Corte Costituzionale, lanciano un severo monito contro il recente decreto sicurezza approvato dal governo Meloni. Attraverso l'“Appello per la sicurezza democratica”, i firmatari esprimono profonda preoccupazione per un provvedimento che, a loro avviso, tradisce un'impostazione "autoritaria, illiberale e antidemocratica", mirando a "governare con la paura" anziché gestirla.

L'allarme dei giuristi si concentra su due aspetti principali: il metodo e il merito del decreto. Sul piano metodologico, viene criticato l'uso improprio e senza precedenti della decretazione d'urgenza, che ha scavalcato l'iter parlamentare di un disegno di legge già in fase avanzata, configurando un "colpo di mano" che umilia il Parlamento e i cittadini. Roberto Zaccaria, costituzionalista e promotore dell'Appello, sottolinea come un atto così incisivo sulle libertà fondamentali sia "più pericoloso di una riforma costituzionale" e non trovi paragoni recenti per intensità.

Quanto al merito, il decreto presenta, secondo i giuristi, numerosi profili di incostituzionalità. Viene denunciata una pericolosa repressione del dissenso, evidenziando l'equiparazione dei centri per stranieri alle carceri e l'assimilazione della resistenza passiva agli atti violenti. Preoccupano inoltre il "daspo urbano", che limita la libertà personale, la possibilità per la polizia di portare armi fuori servizio e l'inasprimento delle pene per illeciti commessi "in occasione" di manifestazioni pubbliche, una formulazione vaga che contrasta con il principio di tipicità penale e viola la libertà di riunione. Anche le disposizioni sull'occupazione di immobili, con pene severe legate a estensioni non precisate, sono giudicate eccessivamente vaghe.

I firmatari concludono l'Appello confidando che gli organi di garanzia costituzionale vigilino e censurino questo allontanamento dai principi fondanti della Costituzione italiana: democrazia, pluralismo, diritti di libertà e uguaglianza. L'attuale "ossessione securitaria", affermano i giuristi, risolve l'equilibrio tra individuo e autorità unicamente a favore di quest'ultima, richiamando pericolosamente la logica degli Stati di polizia anziché quella degli Stati democratici.

schermata-2025-03-02-alle-11.21.12.png

Sostienici con una semplice iscrizione annuale a 15€. Clicca su questo link e procedi ad iscriverti, Grazie: https://www.paypal.com/ncp/payment/PMJB8NE3334JS

Sostieni la nostra attività