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L'Europa al bivio: fallimento delle politiche e marginalizzazione globale, il risultato di una classe politica

2025-05-14 05:01

Pasquino

politica interna, politica internazionale,

L'Europa al bivio: fallimento delle politiche e marginalizzazione globale, il risultato di una classe politica servile e demenziale

una destra priva di visione e una sedicente sinistra progressista più interessata agli assetti di potere che al benessere dei cittadini,

Pasquino, la voce del popolo. 

 

L'accordo raggiunto a Ginevra tra Stati Uniti e Cina non è un semplice aggiustamento commerciale, ma il segnale inequivocabile di un mutamento profondo negli equilibri globali, che smaschera impietosamente il fallimento delle politiche europee sotto ogni punto di vista. Mentre Washington ridefinisce le sue priorità strategiche in un'ottica spiccatamente bipolare con Pechino, accettando un ridimensionamento dei dazi per salvaguardare i propri interessi economici interni – dalla lotta all'inflazione al controllo del debito federale e della bolla finanziaria – l'Europa appare inerme, vittima di decenni di scelte politiche miopi e dannose.

Chi ha promosso tali politiche, indistintamente schierato tra le fila di una destra priva di visione e una sedicente sinistra progressista più interessata agli assetti di potere che al benessere dei cittadini, dovrebbe oggi avere il pudore di tacere anziché pontificare sul disastro compiuto. Hanno sostenuto acriticamente una globalizzazione che, lungi dal portare prosperità diffusa, ha demolito il tessuto sociale ed economico europeo, amplificando le disuguaglianze e indebolendo la sovranità nazionale.

L'Europa, un tempo protagonista sulla scena mondiale, si ritrova oggi ai margini, "imbelle" agli occhi di potenze che, come gli Stati Uniti a guida Trump, concepiscono le relazioni internazionali sulla base della forza e della deterrenza, pur in un quadro di interdipendenza economica globale. Questa interdipendenza, figlia proprio di quella globalizzazione tanto decantata dai salotti liberali e progressisti, si è rivelata un boomerang per il continente, incapace di proteggere i propri interessi strategici ed economici.

Il rapido declino europeo, evidente nel trionfo delle disuguaglianze e nella perdita di peso geopolitico, impone una resa dei conti. Chi ha avallato e promosso questo modello fallimentare ha una responsabilità storica di fronte al futuro incerto che attende le nuove generazioni. È tempo che chi ha contribuito a questo disastro si assuma le proprie colpe, invece di cercare alibi o, peggio ancora, di indicare nuove (e prevedibilmente errate) direzioni. L'accordo USA-Cina è l'ultima, amara conferma che l'Europa ha smarrito la bussola, complice una classe dirigente inadeguata e sorda ai reali bisogni dei propri popoli.

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