Redazionale: da una analisi di Paolo Mossetti
Un sondaggio significativo condotto da YouGov a metà febbraio – dunque prima della formalizzazione del criminale piano di espulsione della popolazione palestinese da Gaza – rivela un netto scollamento tra opinione pubblica europea e orientamenti istituzionali e mediatici nei confronti di Israele.
In Germania, paese che si è distinto recentemente per l’arresto di manifestanti ebrei pacifisti e critici del governo israeliano, solo il 22% degli intervistati ha espresso un’opinione favorevole verso Israele, contro un 59% che ne ha una negativa.
La Spagna registra il livello più alto di sfavore: il 69% degli spagnoli manifesta una percezione negativa dello Stato israeliano. Un dato che rappresenta un vero e proprio primato in Europa.
In Italia, Israele risulta più impopolare persino della Russia e quasi due volte più impopolare della Cina. Una distanza marcata rispetto alle posizioni ufficiali adottate da gran parte dei media e dei principali partiti politici nazionali.
Ciò che emerge chiaramente da questi dati è che il crescente sentimento di rigetto verso Israele non è più riconducibile unicamente alla sinistra terzomondista o a frange estremiste della destra. Si tratta di un’opinione trasversale che riflette un malessere diffuso nell’opinione pubblica europea.
Questi numeri, probabilmente, aiutano a comprendere anche i recenti tentativi da parte di alcuni esponenti politici europei di riallinearsi – almeno in termini retorici – al sentimento dei propri elettori. Tuttavia, tale riconoscimento si è finora limitato a dichiarazioni di principio, senza tradursi in azioni concrete o mutamenti sostanziali nella linea politica.
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