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Referendum: votare è l'unico modo per contare sul merito delle leggi

2025-05-20 05:00

Marco Nesci

politica interna,

Referendum: votare è l'unico modo per contare sul merito delle leggi

5 SI, per cancellare norme contro i lavoratori, la loro dignità e i loro diritti, si vota su questo non sul consenso a partiti o sindacati.

Marco Nesci

 

Il voto referendario è uno strumento democratico fondamentale, un'occasione diretta per i cittadini di esprimersi su leggi che impattano la loro vita. Eppure, troppo spesso assistiamo a una narrazione tossica che mira a disincentivare la partecipazione. L'obiettivo è chiaro: promuovere l'astensione per non raggiungere il quorum, facendo così fallire i referendum e mantenendo intatte le norme contestate.

È cruciale capire che votare a un referendum abrogativo – come sono tutti in Italia – non è un voto politico a favore di un partito o un sindacato. La domanda è sempre netta: "Vuoi tu abrogare questa legge o parte di essa?". Esprimersi significa giudicare il merito della norma, non dare un'approvazione a Tizio o Caio.

In particolare, i quesiti referendari sul lavoro sono esempi lampanti. Riguardano la possibilità di abrogare disposizioni che hanno indebolito le tutele, come quelle che, di fatto, hanno reso possibile il licenziamento senza un adeguato controllo giudiziario e senza la possibilità di reintegro come previsto dall'articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori nella sua forma precedente.

Votare "Sì" su questi quesiti significa dire che quella norma "per un tozzo di pane" deve essere cancellata, ripristinando il ruolo del giudice del lavoro nel valutare la legittimità di un licenziamento e prevedendo il possibile reintegro. Altri referendum toccano temi altrettanto vitali come la precarietà e la sicurezza sul lavoro.

Comprendere la frustrazione verso chi ha legiferato in un certo modo (come il PD) o chi non ha contrastato adeguatamente tali leggi (come la CGIL) è legittimo. Ma il voto referendario oggi ha un solo scopo: abrogare queste norme. Togliere di mezzo queste "schifezze" legislative non significa in alcun modo "assolvere" chi le ha introdotte o chi non le ha bloccate. Significa semplicemente ripristinare diritti, dignità e tutele per i lavoratori. Partecipare e votare "Sì" è l'unico modo concreto per farlo. L'astensione gioca solo a favore di chi vuole mantenere lo status quo, quindi dei padroni e dei loro profitti. 

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