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Il 25 aprile in Italia e il 9 maggio in Russia : due date per onorare la vera storia, non le falsificazioni d

2025-04-18 05:03

Marco Nesci

Il 25 aprile in Italia e il 9 maggio in Russia : due date per onorare la vera storia, non le falsificazioni di oggi

Italia, patria di disinformazione dilagante e ignoranza storica, assistiamo da anni a tentativi di revisionismo che mirano a equiparare fascisti e Partigiani

Marco Nesci

 

L'Italia si appresta a celebrare il 25 aprile data fondamentale  per la sua storia, mentre il 9 maggio lo è per l'Europa tutta:  il 25 aprile, ottantesimo anniversario della Liberazione dal nazifascismo, e il 9 maggio, giorno in cui si ricorda l'enorme sacrificio dell'Unione Sovietica nella sconfitta del nazismo. Due momenti cruciali che dovrebbero unire l'antifascismo ovunque, e consegnare al Paese il ricordo e la riflessione, ma che purtroppo sono sempre più spesso terreno di scontro e di pericolose manipolazioni.

In Italia, patria di una disinformazione dilagante e di una preoccupante ignoranza storica, assistiamo da anni a un tentativo di revisionismo che mira a equiparare fascisti e Partigiani, carnefici e liberatori. Un delirio che vorrebbe riscrivere la storia, come se questa fosse un foglio bianco su cui una manica di imbecilli ignoranti ( qualcuno anche di una pseudosinistra) e senza scrupoli potesse scarabocchiare le proprie fantasie. In questo triste panorama, l'ultima perla di stupidità arriva dal presidente della regione Piemonte, Alberto Cirio, che ha affermato senza esitazione: "Nella campagna di Russia si moriva per la libertà".

Queste parole, pronunciate in occasione del prossimo raduno degli Alpini a Biella, sono non solo deliranti, ma rappresentano una vera e propria falsificazione storica. Gli Alpini, in quella occasione, invasero l'Unione Sovietica, con una verità storica è inequivocabile: in Russia furono mandati a morire dal un governo fascista di Mussolini, asservito agli interessi del regime nazista, per difendere la "libertà" di quest'ultimo di sterminare i popoli sovietici e colonizzarne i territori. Affermare che quei soldati morirono per la libertà è un insulto alla memoria di chi ha realmente combattuto per liberare l'Italia dal giogo fascista e nazista. Non si tratta di una semplice svista, dato che le stesse parole sono state ripetute sia in un'intervista alla RAI che sul profilo Facebook del presidente Cirio. Questa insistenza rivela una precisa volontà di distorcere la realtà, figlia di una russofobia di Stato e di una preoccupante rivalutazione dell'operazione Barbarossa e del Terzo Reich in chiave europeista.

Mentre in Italia si consuma questo ignobile tentativo di revisionismo, in Europa assistiamo a dinamiche altrettanto inquietanti. La commissaria europea alle politiche estere, Kallas, in pieno stile mafioso, minaccia i paesi dell'Unione Europea che intendessero partecipare alle celebrazioni del 9 maggio a Mosca, arrivando persino a lanciare pesanti avvertimenti a paesi come la Serbia, che ha fatto domanda di adesione all'UE. Fortunatamente, non tutti chinano la testa di fronte a queste intimidazioni. Il presidente slovacco Robert Fico ha rispedito al mittente le minacce, annunciando la sua presenza a Mosca il 9 maggio.

È fondamentale ribadirlo con forza: oggi, il nuovo fascismo si annida nelle politiche antidemocratiche di questa Europa e nella stupida ignoranza dei politici nostrani che, per biechi interessi o per una pericolosa miopia storica, tentano di riscrivere la storia a loro piacimento. Il 25 aprile e il 9 maggio devono essere occasioni per onorare la memoria di chi ha combattuto e sacrificato la propria vita per la libertà e la democrazia, senza cadere nelle trappole della disinformazione e del revisionismo. Ricordare il sacrificio di 28 milioni di sovietici che contribuirono in modo decisivo alla liberazione dell'Europa dal nazifascismo è un dovere morale e storico. Non possiamo permettere che la stupidità e l'ignoranza oscurino la verità e calpestino la memoria di chi ha reso possibile la nostra libertà.

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