di Marco Nesci
Un missile si è abbattuto su Sumy, in Ucraina, strappando alla vita oltre trenta civili innocenti. Donne, uomini, e sembra due bambini, colpevoli solo di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato. Di fronte a una simile tragedia, le parole si fanno inadeguate, l'orrore paralizza. Non esistono attenuanti, non ci sono giustificazioni che possano lenire il dolore e la rabbia di fronte alla perdita di vite umane innocenti. Questo è un crimine orrendo, un atto di barbarie che merita la più ferma condanna, senza se e senza ma.
La Russia, accusata di aver sferrato l'attacco, ha replicato sostenendo di aver preso di mira una riunione di militari ucraini, (che sarebbe stata confermata da un politico locale che ha chiesto le dimissioni del governatore di Sumy per aver autorizzato il raduno militare in mezzo ai civili) e che le vittime civili sarebbero una tragica conseguenza del fatto che le forze ucraine operano coprendosi dietro la popolazione civile. Una spiegazione comunque inaccettabile, un tentativo assurdo di scaricare la responsabilità di un atto così efferato. Perché anche se l'obiettivo primario fossero stati dei militari, colpire indiscriminatamente una zona civile con la prevedibile e certa perdita di vite innocenti configura comunque un crimine di guerra, anche se in corresponsabilità con chi ha autorizzato l'evento.
Di fronte a questo ennesimo massacro, sorge spontaneo un sentimento di profonda indignazione. Un sentimento che chiunque dotato di coscienza non può non provare. Ma per alcuni, questo sentimento si tinge di un'amarezza ancora più profonda, di un senso di frustrazione e rabbia di fronte a quella che viene percepita come una palese ipocrisia. Si perchè noi possiamo indignarsi a frante di tale massacro, perchè ci indigna ogni massacro di civili, ma voi no! Voi pennivendoli e politici europei e nostrani, voi no, non potete.
Come si può condannare con veemenza l'uccisione di civili a Sumy e poi minimizzare, o addirittura giustificare, la morte di migliaia di innocenti nella Striscia di Gaza? Come si può versare lacrime per i bambini ucraini e rimanere indifferenti di fronte ai corpi martoriati di oltre venticinquemila bambini palestinesi, vittime di bombardamenti in campi profughi e ospedali?
Voi, politici e media occidentali siete di una ipocrisia vergognosa e inaccettabile per il vostro doppio standard. Avete la capacità di indignarvi e condannare senza riserve le atrocità commesse in Ucraina, mentre siete reticenti e collusi ,quando esitate, se non addirittura giustificate, quando simili tragedie colpiscono la popolazione palestinese. Vi ricordiamo come, di fronte alle stragi compiute in ospedali e scuole a Gaza, spesso parlate di "effetti collaterali" di attacchi mirati a presunti terroristi di Hamas, una narrazione che ricorda fin troppo da vicino la giustificazione russa per l'attacco di Sumy.
Questa disparità di trattamento, questa presunta ipocrisia, genera un profondo senso di disgusto. L'orrore per la morte di civili innocenti dovrebbe essere universale, non dovrebbe conoscere confini geografici o appartenenze politiche. La vita di un bambino ucraino ha lo stesso valore di quella di un bambino palestinese, di un bambino israeliano, di qualsiasi bambino al mondo.
Chi oggi si erge a paladino della giustizia e dei diritti umani, ma ha taciuto o minimizzato le sofferenze di altri popoli, non ha nessuna credibilità per aprire bocca. Il grido per le vittime di Sumy deve essere uguale e con la stessa forza e indignazione per ogni singola vittima innocente di ogni conflitto, in ogni angolo del pianeta. Quando farete questo allora potrete parlare. Forse, un giorno, un nuovo tribunale internazionale chiamerà a rispondere coloro che oggi voltano la testa di fronte a tanta sofferenza, se a commettere il crimine è un amico.

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