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Il "Vangelo" della Borsa e la fame reale, un mondo alla rovescia con pochi straricchi e miliardi di poveri

2025-04-13 05:02

Marco Nesci

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Il "Vangelo" della Borsa e la fame reale, un mondo alla rovescia con pochi straricchi e miliardi di poveri

Per la gente la preoccupazione primaria è un’altra “borsa”: quella della spesa, sempre più leggera, sempre più difficile da riempire con dignità.

di Marco Nesci

 

Titoli cubitali, breaking news, dibattiti infuocati: il mantra incessante dei media mainstream e della politica sembra ruotare attorno a un unico, ossessivo fulcro: i “mercati”. Piazza Affari, Wall Street, spread, speculazioni finanziarie. Un universo di cifre vertiginose, grafici incomprensibili ai più e un linguaggio esoterico che ammalia i pochi e aliena i molti. Ma quanti sono, realmente, gli individui nel mondo che vivono e respirano al ritmo delle oscillazioni borsistiche?

Proviamo a spostare lo sguardo, per un attimo, dalle scintillanti sale operative ai quartieri operai, alle case dei disoccupati, alle mense dei poveri. Immaginiamo chi fatica ad arrivare a fine mese con uno stipendio da fame, chi conta ogni centesimo per pagare le bollette, chi rinuncia a curarsi per mancanza di mezzi. Crediamo davvero che queste persone siano col fiato sospeso per le manovre di Borsa? Forse la loro preoccupazione primaria è un’altra “borsa”: quella della spesa, sempre più leggera, sempre più difficile da riempire con dignità.

Eppure, accendendo la televisione, sfogliando un giornale, ascoltando la radio, il leitmotiv è sempre lo stesso. In queste ore, si dice, i dazi di Trump hanno “bruciato” migliaia di miliardi. Ma di chi, esattamente? Onestamente, chi non banchetta con ostriche e champagne, chi si accontenta di un piatto di pasta e patate, se ne fotte dei miliardi volatilizzati a Wall Street.  La verità è che per la stragrande maggioranza della popolazione, quei numeri restano un’astrazione lontana, un gioco per pochi privilegiati che nulla ha a che fare con la lotta quotidiana per la sopravvivenza. Ci avete “rotto” voi e le vostre speculazioni borsistiche. 

Finché continueremo ad assistere inerti al balletto di queste associazioni a delinquere,  senza alzare la voce, senza ribellarci a questo sistema che privilegia la finanza speculativa a discapito del benessere collettivo e dello stato sociale,  sarà sempre più arduo mettere insieme il pranzo con la cena. È ora di aprire gli occhi, di smettere di credere al vangelo della Borsa e di concentrarci sulla borsa della spesa, quella che ci riguarda tutti da vicino. È ora di ribellarsi, prima che nella pentola resti solo aria fritta. Socialismo o barbarie. 

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