Pasquino, la voce del popolo
La storia sembra non insegnare nulla. Mentre il mondo è ancora scosso da conflitti, deportazioni di massa e trattamenti disumani, dagli Stati Uniti arriva una proposta che gela il sangue: equiparare i migranti a merce, trasformando le espulsioni in un sistema efficiente come le consegne di Amazon Prime.
A lanciare l'agghiacciante paragone è Todd Lyons, direttore ad interim dell'Immigration and Customs Enforcement (Ice). Durante il Border Security Expo 2-25 a Phoenix, in Arizona, Lyons ha espresso la volontà di trattare le deportazioni come una vera e propria "attività commerciale", con camion che "raccolgono" i migranti irregolari per espellerli dal paese con la stessa rapidità e organizzazione del colosso dell'e-commerce. "Dobbiamo iniziare a trattare questo processo come un'attività commerciale. Come Prime, ma con gli esseri umani", ha dichiarato, secondo quanto riportato dai media locali.
Le parole di Lyons, nell'assurda e disumana realtà dell'"efficienza" logistica, risuonano come un inquietante eco di epoche buie in cui intere categorie di persone venivano ridotte a numeri, a oggetti da spostare, deportare, eliminare. Il paragone con Amazon Prime, pensato per sottolineare l'auspicata rapidità del processo, finisce per evidenziare una disumanizzazione dei migranti che lascia sgomenti. Persone in carne e ossa, spesso in fuga da guerre, persecuzioni e povertà estrema, vengono equiparate a pacchi, a merce da smistare e consegnare.
Questa proposta shock non è solo un'offesa alla dignità umana, ma solleva interrogativi profondi sulla direzione in cui sta andando la nostra civiltà. In un mondo globalizzato e interconnesso, la risposta all'immigrazione non può e non deve essere la sua mercificazione. Ridurre esseri umani a "unità di carico" da espellere con la stessa efficienza di un pacco Amazon è un salto all'indietro nella storia, un triste presagio per il futuro dell'umanità. Forse, come suggerisce l'amaro commento che accompagna la notizia, è davvero tempo di interrogarsi sul destino della nostra specie, capace di tali abissi di crudeltà e di assurda insensibilità.

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