Redazionale:
Il silenzio che avvolge l'esplosione della petroliera Seajewel, avvenuta al largo delle coste liguri, sta diventando assordante, alimentando interrogativi inquietanti sulla vicenda. Secondo quanto riportato, indiscrezioni provenienti dal Copasir (Comitato Parlamentare per la sicurezza della Repubblica) avrebbero rivelato come i servizi segreti italiani non escludano una responsabilità ucraina nell'attentato. Una simile ipotesi, se confermata, getterebbe una luce sinistra sulle dinamiche geopolitiche in atto e sul ruolo dell'Italia nel conflitto.
La gravità di un simile scenario è innegabile. Un attacco terroristico sul territorio nazionale, per quanto avvenuto in acque internazionali ma a ridosso della costa, avrebbe potuto causare un disastro ambientale di proporzioni catastrofiche, con conseguenze inimmaginabili per l'ecosistema marino e per l'economia locale. Di fronte a una simile eventualità, ci si aspetterebbe una reazione ferma e unitaria da parte di tutte le forze politiche e istituzionali.
Eppure, come sottolineato, sembra calato un silenzio preoccupante. Da un lato, i sostenitori oltranzisti del governo di Kiev appaiono stranamente muti di fronte a queste gravi accuse. Dall'altro, figure politiche che spesso si ergono a paladine della sovranità nazionale e della difesa degli interessi italiani non hanno espresso pubblicamente una condanna netta e inequivocabile dell'accaduto, né hanno richiesto con forza un'indagine approfondita per accertare le responsabilità.
Questo silenzio, unito alle presunte rivelazioni dei servizi segreti, solleva interrogativi legittimi. Se davvero l'Ucraina fosse coinvolta in un atto ostile nei confronti dell'Italia, come si concilierebbe questo con il sostegno incondizionato che il nostro Paese continua a fornire a Kiev, anche in termini economici e militari? La narrazione che vede la Russia come unica minaccia e l'Ucraina come vittima inerme, se confermate quest indiscrezioni, ha risvolti inquietanti.
La situazione appare paradossale: mentre si spendono ingenti risorse per contrastare la presunta minaccia russa, un possibile attacco proveniente da un Paese amico sembrerebbe passare sotto silenzio. È fondamentale che la magistratura e le istituzioni competenti facciano piena luce su quanto accaduto alla Seajewel, senza timori reverenziali e senza preconcetti ideologici. La sicurezza nazionale e la verità meritano risposte chiare e definitive, al di là delle convenienze politiche e delle alleanze internazionali. Solo così si potrà ristabilire un quadro di chiarezza e prendere le decisioni più opportune per tutelare gli interessi dell'Italia e dei suoi cittadini.

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