Redazionale: La lettera di Hossam Shabat , giornalista di Al Jazeera ucciso dai fasciosionisti a Gaza. Un popolo che non si piega, un ragazzo che faceva il suo mestiere per il suo popolo, una lezione indelebile ai servi prezzolati della nostra stampa. Che la terra ti sia lieve Hossam.
“Se state leggendo questo messaggio, significa che sono stato ucciso - molto probabilmente, bersagliato - dalle forze di occupazione Israeliane. Quando tutto ciò ha avuto inizio, avevo solo 21 anni: ero uno studente con dei sogni, come chiunque altro. Negli scorsi 18 mesi, ho dedicato ogni momento della mia vita al mio popolo: ho documentato gli orrori inflitti a Gaza, minuto per minuto, determinato a mostrare al mondo quella verità che cercavano di seppellire. Ho dormito su pavimenti, nelle scuole, nelle tende - ovunque potessi. Ogni giorno è stato una battaglia per la sopravvivenza. Ho sopportato la fame per mesi, e ciononostante sono sempre rimasto a fianco del mio popolo.
Per Dio, ho assolto al mio dovere come giornalista. Ho messo a rischio tutto per riportare e raccontare la verità, ed ora sono finalmente a riposo - qualcosa che non ho mai più conosciuto negli ultimi 18 mesi. Ho fatto tutto ciò poiché credo nella causa Palestinese. Credo che questa terra sia nostra, e morire per difenderla e per servire la sua gente è stato il più grande onore della mia vita.
Ora vi chiedo: non smettete di parlare di Gaza. Non lasciate che il mondo volga lo sguardo. Continuate a lottare, continuate a raccontare le nostre storie: finché la Palestina sarà libera.
Per l’ultima volta, Hossam Shabat, Gaza.”

Siamo una goccia nel mare, ma se tante gocce diventano pioggia…
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