redazionale:
Le dichiarazioni di Steve Witkoff, inviato dell'amministrazione Trump, hanno gettato un'ombra di scetticismo sul piano proposto dal leader laburista britannico Keir Starmer e da altri leader europei di costituire una forza internazionale a sostegno di un cessate il fuoco in Ucraina. Definendo l'iniziativa una semplice "posa, un atteggiamento", Witkoff ha espresso dubbi sulla reale necessità di un dispiegamento di truppe europee per garantire la sicurezza nella regione, evidenziando una profonda divergenza di vedute tra dell'establishment statunitense e le ambizioni di alcuni leader europei.
Le parole di Witkoff si inseriscono in un contesto più ampio: L'Europa, con il suo atteggiamento bellicista, si è auto-esclusa dal ruolo di mediatore nel conflitto ucraino a causa di una posizione percepita come eccessivamente ostile e volta alla distruzione della Russia. Questa postura "guerrafondaia" avrebbe di fatto estromesso i paesi europei dall'avvio di negoziati concreti per una soluzione pacifica della guerra.
Un punto cruciale è la ferma opposizione russa alla presenza di truppe NATO ai propri confini, anche con il ruolo di forza di interposizione a garanzia di eventuali accordi di pace. La diffidenza russa nei confronti della NATO e dell'Europa, alimentata da un atteggiamento percepito come iperaggressivo, rende questa eventualità altamente improbabile. Mosca vede come fumo negli occhi la prospettiva di forze occidentali, considerate ostili, stanziate in un paese confinante.
Nonostante questa chiara opposizione e le riserve espresse da figure come Witkoff, leader come Keir Starmer e il presidente francese Emmanuel Macron sembrano intenzionati a perseguire l'invio di truppe in Ucraina. Questa determinazione, tuttavia, si scontra con la realtà di un veto russo pressoché certo e con una lettura della situazione che, almeno negli Stati Uniti, sembra essere più cauta. Le parole di Witkoff suggeriscono che l'amministrazione statunitense, abbiano compreso appieno la delicatezza della situazione e le prevedibili reazioni russe a un simile dispiegamento di forze.
Le dichiarazioni di Steve Witkoff mettono in luce le profonde divisioni sulla strategia da adottare per risolvere il conflitto in Ucraina. Mentre alcuni leader europei sembrano propensi a una dimostrazione di forza, per altroche non spaventa certamente i russi, altri, come Witkoff, esprimono un forte scetticismo, sottolineando i rischi di un'escalation e la necessità di una maggiore comprensione delle dinamiche geopolitiche in gioco, che necessariamente devono tenere conto della posizione russa. La "posa" denunciata da Witkoff potrebbe rivelarsi controproducente, in quanto in realtà tendente a continuare le ostilità a scapito di un negoziato per una soluzione pacifica e duratura al conflitto.

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