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Governo della vergogna sul fisco clemente con i colossi dell'energia e le banche, vessatorio con salariati e p

2025-03-22 06:18

Redazionale

politica interna,

Governo della vergogna sul fisco clemente con i colossi dell'energia e le banche, vessatorio con salariati e pensionati

La denuncia del sindacato CGIL si concentra in particolare sulle modalità di calcolo degli acconti Irpef per il 2024, da pagarsi nel 2025

Redazionale

 

Ancora una volta, la CGIL alza la voce contro un sistema fiscale che ha due pesi e due misure. Mentre il governo continua a non intervenire sugli extraprofitti di banche e aziende energetiche, lasciando intatti i loro guadagni ultra miliardari, lucrati sui cittadini, la scure si abbatte su chi vive di stipendi e pensioni, spesso già al limite della sussistenza.

La denuncia del sindacato si concentra in particolare sulle modalità di calcolo degli acconti Irpef per il 2024. Nonostante l'introduzione di un sistema a tre aliquote, più favorevole per i contribuenti, i lavoratori dipendenti e i pensionati si vedranno costretti a versare gli acconti di giugno e novembre basandosi sul vecchio regime a quattro scaglioni, con aliquote "nettamente superiori" a quelle attuali.

Come sottolineano Christian Ferrari, segretario confederale della Cgil, e Monica Iviglia, presidente del Consorzio nazionale Caaf Cgil, questa disparità è una "clamorosa ingiustizia". L'articolo 1, comma 4 del D.Lgs. n. 216/2023 stabilisce infatti che per determinare gli acconti Irpef 2025 e 2026 si debba fare riferimento alle aliquote del 2023 (23%, 25%, 35% e 43%), ormai non più in vigore e decisamente più onerose.

"Non si può continuare a vessare chi vive di salario", tuonano i rappresentanti della CGIL. Questa decisione, che costringe i contribuenti a pagare acconti più alti del dovuto, rappresenta un ulteriore peso per le famiglie, già provate dall'inflazione e dal caro vita. Un'ingiustizia palese che evidenzia, ancora una volta, una politica fiscale che sembra premiare i grandi potentati economici a discapito dei cittadini comuni.

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