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La responsabilità dell'Ucraina nella tragica strage di Odessa, il verdetto della Corte Europea lo conferma

2025-03-16 04:00

Redazionale

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La responsabilità dell'Ucraina nella tragica strage di Odessa, il verdetto della Corte Europea lo conferma

La CEDU afferma la responsabilità dell'Ucraina nella strage di Odessa alla casa del sindacato

redazionale

 

La Corte Europea dei Diritti dell'Uomo (CEDU) ha recentemente emesso una sentenza che evidenzia la responsabilità dell'Ucraina in relazione alla tragica strage avvenuta il 2 maggio 2014 nella Casa dei Sindacati di Odessa. In quell'occasione, violenti scontri tra attivisti pro-Ucraina (nazisti sostenuti dal governo) e filo-russi culminarono in un incendio che causò la morte di almeno 48 persone.

La CEDU ha riconosciuto che, al di la del ruolo dei russi in quel contesto di avvio della guerra civile, le autorità ucraine hanno fallito nel loro dovere di prevenire lo scoppio della violenza e di proteggere le vite umane, anzi il governo centrale ha sempre coperto le responsabilità di quella strage. La Corte ha stabilito che l'Ucraina non ha adottato tutte le misure ragionevolmente attese per prevenire gli scontri, fermare la violenza una volta iniziata e garantire tempestive operazioni di soccorso per coloro che erano intrappolati nell'incendio.

In particolare, la CEDU ha riscontrato una violazione dell'articolo 2 della Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo, che sancisce il diritto alla vita. La Corte ha criticato l'inefficacia dell'indagine condotta dalle autorità ucraine sugli eventi, sottolineando come una maggiore trasparenza avrebbe potuto contrastare la propaganda.

La sentenza della CEDU ha condannato l'Ucraina a versare un risarcimento alle famiglie delle vittime e ai sopravvissuti. Questo verdetto sottolinea l'importanza per gli Stati di adempiere al proprio obbligo di proteggere i cittadini dalla violenza e di condurre indagini efficaci su eventi tragici come la strage di Odessa. Sebbene la Corte abbia riconosciuto il contesto di forti tensioni e l'influenza della propaganda esterna, ha chiarito che ciò non esime lo Stato dalla sua responsabilità primaria di garantire la sicurezza e il rispetto dei diritti umani. Da quel contesto in poi si intensificò lo scontro nella guerra civile e il governo Ucraino, incorporò nel suo esercito le milizie naziste che furono protagoniste della strage, iniziò la persecuzione dei russofoni e le stragi dei civili nel Donbass, colpevoli, secondo i nazisti e il governo ucraino, di sentirsi russi e di esserlo culturalmente. 15000 furono le vittime della persecuzione e della guerra civile, questo pezzo di storia, che in un primo tempo l'occidente documentò, è stato poi cancellato nella narrazione della guerra attuale come se la storia fosse iniziata solo dall'invasione russa, ma la propaganda la fanno gli altri. 

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