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La retorica vuota del G7: un'altra beffa per la Palestina

2025-03-15 04:01

Redazionale

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La retorica vuota del G7: un'altra beffa per la Palestina

Dopo mesi di silenzio assordante, se non di aperto sostegno, di fronte alla criminale offensiva israeliana, ora si cancella lo Stato di Palestina

Redazionale

 

La dichiarazione finale del G7 Esteri di Charlevoix suona come una melodia stanca e priva di anima. Mentre i ministri si affrettano a sottolineare "l'imperativo di un orizzonte politico per il popolo palestinese", le parole risuonano vuote, un'eco lontana di promesse infrante e di una complice inerzia di fronte alla tragedia genocida in corso.

La tanto sbandierata "disponibilità a collaborare con i partner arabi" sulla ricostruzione di Gaza e sulla costruzione di una pace duratura appare come un cinico tentativo di lavarsi la coscienza. Dopo mesi di silenzio assordante, se non di aperto sostegno, di fronte alla criminale offensiva israeliana, il G7 ora si offre di raccogliere le macerie. Questa "disponibilità" giunge tardiva e suona beffarda per chi ha visto le proprie case e vite polverizzarsi sotto le bombe, spesso fornite proprio dagli stessi membri del G7.

Ancora più inquietante è la scomparsa, dalla dichiarazione finale, del riferimento esplicito alla soluzione a due Stati, un principio da tempo considerato la base per una risoluzione del conflitto israelo-palestinese. Questa omissione, rispetto a una precedente bozza, non è un dettaglio insignificante. Segnala un ulteriore arretramento da parte delle potenze occidentali, un tacito riconoscimento della loro incapacità o, peggio, della loro mancanza di volontà di far rispettare il diritto internazionale e le risoluzioni delle Nazioni Unite, quando si tratta dei loro amici.

Come si può parlare di "soddisfare le legittime esigenze e aspirazioni di entrambi i popoli" quando si abbandona persino il quadro di riferimento concordato a livello internazionale? Questa retorica sulla "pace, stabilità e prosperità globali in Medio Oriente" suona come una beffa di fronte alla realtà di un popolo oppresso, privato dei propri diritti e costantemente massacrato dalla furia criminale dell'esercito israeliano e dall'occupazione dei territori palestinesi.

Il G7, con la sua storia di sostegno incondizionato a Israele e la sua incapacità di condannare con forza le violazioni dei diritti umani e del diritto internazionale, si conferma ancora una volta come un attore inaffidabile e parziale e complice del genocidio in corso. Questa dichiarazione non è altro che un'altra vergogna, un tentativo maldestro di mascherare la propria complicità e la propria incapacità di agire con giustizia e umanità. Il popolo palestinese merita ben più di queste vuote promesse e di questa ipocrita "disponibilità" post-genocidio.

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