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Tomaso Montanari cacciato dalla presidenza del Museo Ginori da parte del ministro “della cultura”

2025-03-14 04:01

Redazionale

politica interna,

Tomaso Montanari cacciato dalla presidenza del Museo Ginori da parte del ministro “della cultura”

Quello che è inaccettabile è che è diventato “normale” che le idee politiche facciano parte del curriculum di una persona

Redazionale

da un post FB di Stefania Brai

 

“Oltraggiare la memoria delle foibe, usare parole violente contro il Governo e scagliarsi con odio contro la destra non equivalgono propriamente all’essere competenti. Esperto sì, in faziosità”. Non credo ci sia bisogno di sottolineare la gravità di questa dichiarazione di Fratelli d’Italia sulle motivazioni della sostituzione di Tomaso Montanari alla presidenza del Museo Ginori da parte del ministro “della cultura” Giuli. Ma a prescindere dal giudizio sul merito “politico” della dichiarazione, quello che è inaccettabile è la possibilità stessa di una tale dichiarazione. Quello che è inaccettabile è che è diventato “normale” che le idee politiche facciano parte del curriculum di una persona e che le scelte si facciano ormai quasi esclusivamente in base a quelle idee. Quello che è inaccettabile è che tutti abbiamo accettato lo “spoils system” come meccanismo normale, e normale anche nei settori che riguardano la vita culturale di questo paese. Quello che è inaccettabile è che invece si siano accettate da parte di quasi tutti leggi che hanno trasformato le istituzioni culturali pubbliche in fondazioni di diritto privato e leggi che hanno portato le istituzioni culturali pubbliche sotto il controllo del governo. Quello che è inaccettabile è che invece si sia accettato da parte di quasi tutti che nei vai “consigli di amministrazione” non siano presenti le forze professionali, artistiche e sindacali dei diversi settori culturali.

Tutto questo ha consentito – oggi, ma non è la prima volta - la possibilità che uno storico dell’arte e rettore di una università come Tomaso Montanari possa essere sostituito non per il suo operato, non per la sua eventuale incompetenza ma per motivazioni tutte politiche - e dichiaratamente politiche - da un signore laureato in giurisprudenza e sindaco di Rio nell’Elba. Il che lo rende estremamente competente come presidente di un museo che conserva collezioni che raccontano tre secoli di storia artistica e sociale. Ma sicuramente non avrà “oltraggiato la memoria delle foibe” e non si scaglierà contro il governo di destra. E questo, a parere del partito di governo, lo rende invece competentemente affidabile.

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