di Pasquino la voce del popolo
In questi ultimi tempi, un’ombra inquietante si è allungata sull’Europa e sull’Italia, oscurando le già precarie condizioni sociali del nostro paese. La “volontà criminale di armarsi contro la Russia” è tornata prepotentemente alla ribalta, monopolizzando i telegiornali e le prime pagine dei cosiddetti “giornaloni italioti filo guerrafondai”. Questa ossessione bellicista, promossa a gran voce dalla quasi totalità della stampa nostrana, funge da cortina fumogena, celando agli occhi dell’opinione pubblica il devastante impatto che le folli spese militari arrecano al tessuto sociale.
Sanità, pensioni, servizi sociali e pubblici, scuola e welfare in generale sono le vittime sacrificali di questa corsa agli armamenti. Mentre le risorse vengono dirottate verso l’acquisto di armi e sistemi bellici, settori vitali per il benessere dei cittadini vengono depauperati, generando un progressivo smantellamento dello stato sociale. Per distrarre l’attenzione da questo massacro silenzioso, i media mainstream insistono nel mostrarci le intensificazioni dei bombardamenti russi in Ucraina, alimentando un clima di paura e giustificando l’incessante escalation militare.
Parallelamente, assistiamo a una preoccupante rimozione del genocidio palestinese. I raid israeliani e le stragi che ne conseguono, la perdurante negazione degli aiuti umanitari alla popolazione di Gaza, crimini di guerra di inaudita gravità, sembrano svaniti dai radar mediatici. Il silenzio assordante delle “coscienze” europee e italiane di fronte a tali atrocità è a dir poco sconcertante. Nessuno sembra battere ciglio mentre tutto questo continua impunemente, anzi in Italia, si riceve con tutti gli onori il criminale Presidente israeliano che firma le bombe che esplodono sui campi profughi palestinesi uccidendo donne, bambini e anziani.
Come se non bastasse, giunge come un macigno la dichiarazione del Ministro delle Finanze israeliano Bezalel Smotrich, che annuncia la creazione di una “amministrazione per la migrazione” incaricata di sovrintendere all’esodo dei residenti palestinesi dalla Striscia di Gaza. Un piano logisticamente complesso, ammette lo stesso ministro, che prevede l’allontanamento di 5.000 gazawi al giorno, per un anno intero. Questa agghiacciante prospettiva, riportata dai media israeliani, svela in tutta la sua crudezza la strategia di pulizia etnica perseguita dal governo Netanyahu, con la complicità silente dei governi occidentali. Un quadro desolante, che impone una riflessione profonda sulla direzione che sta prendendo il nostro mondo.

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