di Marco Nesci
L'idea, lanciata con entusiasmo da "Repubblica" e Michele Serra e subito adottata da figure di spicco come Schlein, Calenda, Tajani, Renzi e +Europa, di una manifestazione con le bandiere della Commissione Europea, appare non solo fuori luogo, ma idiozia profondamente pericolosa. Questa iniziativa si configura come una ostentazione di muscoli da parte di una Unione Europea percepita dalla maggioranza dei cittadini come una entità sempre più incline a logiche belliciste e distante dai reali bisogni dei popoli europei. È lecito interrogarsi: cosa si intende celebrare sventolando le bandiere blu stellate in questo momento storico?
Se l'intento fosse quello di affermare i cosiddetti "valori europei", la scelta appare quantomeno infelice. Quali sarebbero questi valori? Quelli di un Mediterraneo trasformato in un cimitero per migranti in fuga da guerre e miseria? O forse quelli dei centri di detenzione libici, veri e propri lager alle porte dell'Europa, finanziati con fondi europei? Dovremmo forse celebrare i controversi accordi con l'Albania per la gestione dei richiedenti asilo? Oppure quella della tanto proclamata democrazia che annulla le elezioni in Romania, perchè vince un candidato non gradito? La lista potrebbe continuare, toccando temi scomodi come lo sfruttamento coloniale che ha segnato la storia criminale europea e che sembra riemergere oggi in forme nuove, o le politiche di austerità imposte a paesi come la Grecia, con conseguenze sociali devastanti. L'idea di una superiorità occidentale tanto cara alla Presidente Von der Leyen, appoggiata trasversalmente da centrodestra e parte del centrosinistra, incluso il PD, non rappresenta certo un valore universale da sbandierare anzi al contrario è la metastasi di nuovo fascismo che alimenta la crescita di formazioni di destra addirittura di ispirazione nazista di cui vediamo l'avanzata in Europa.
E se invece, come sembra emergere da alcune dichiarazioni, la manifestazione fosse una risposta indiretta a Donald Trump? Anche in questo caso, la strategia si rivela miope, controproducente e assurda che neanche all'asilo tra bambini si vede. Pur potendo dissentire profondamente da Trump e dalle sue politiche, e ci sono e ci saranno migliaia di fondatissimi motivi, è innegabile che la sua volontà di trovare una soluzione pacifica al conflitto ucraino vada nella direzione auspicata dalla maggioranza dei cittadini europei, stanchi di una guerra che rischia di inghiottire, anche nella deriva militare, il continente. Invece di ostentare bandiere e alimentare la retorica dello scontro, l'Europa dovrebbe concentrarsi sulla ricerca di spiragli di pace, magari riprendendo in mano i negoziati di Istanbul, boicottati dalla furia bellicista della stessa UE per mano di Boris Johnson.
Manifestare per la pace, questo sì avrebbe un senso. Scendere in piazza per chiedere la fine delle ostilità in Ucraina, per invocare il dialogo e la diplomazia, per sostenere davvero il popolo ucraino attraverso aiuti umanitari e non con l'invio di armi e morte, sarebbe un segnale forte e positivo. Sventolare le bandiere blu della Commissione Europea, invece, sarà percepito (ma il PD non è in grado di capirlo) come un atto di adesione ad una politica estera aggressiva e per nulla attenta alle reali esigenze di pace e sicurezza, anche sociale, del continente richieste dai popoli europei. Le manifestazioni servono per costruire ponti, non per erigere muri ideologici e incitare alla guerra. L'Europa ha bisogno di pace, non di parate belliciste, vogliamo , come diceva Sandro Pertini, riempire i granai e svuotare gli arsenali.

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