Pasquino, la voce del popolo.
Un’onda di indignazione e dolore ha travolto la Grecia, a due anni esatti dalla tragedia ferroviaria di Tempe che costò la vita a 57 persone, in gran parte studenti. Circa un milione di cittadini, secondo diverse stime, sono scesi in piazza in tutto il paese per chiedere giustizia e verità per le vittime del disastro avvenuto vicino Larissa, in Tessaglia. Le manifestazioni più imponenti si sono concentrate ad Atene, in piazza Syntagma, e a Salonicco, nel cuore della città, raccogliendo centinaia di migliaia di partecipanti. La protesta si è estesa a circa 300 località, testimoniando un sentimento di rabbia e frustrazione diffuso a livello nazionale.
Ad Atene e Salonicco, imponenti cortei pacifici si sono trasformati in momenti di tensione con le forze dell’ordine. Scontri si sono verificati tra gruppi di manifestanti e la polizia, schierata in tenuta antisommossa, causando decine di feriti e contusi. La giornata di mobilitazione, promossa dai familiari delle vittime e sostenuta dai principali sindacati e associazioni, ha visto lo svolgimento di uno sciopero generale di 24 ore che ha paralizzato il paese, coinvolgendo sia il settore pubblico che quello privato. Numerose attività commerciali hanno aderito alla protesta chiudendo in segno di solidarietà.
Il cuore della protesta è la richiesta di giustizia e la denuncia della negligenza e dell'insabbiamento del governo, accusato di aver ostacolato le indagini e di non aver perseguito adeguatamente i responsabili della tragedia. Gli slogan “Non ho ossigeno” e “Il loro profitto, le nostre vite” hanno risuonato nelle piazze, esprimendo il dolore per le vite spezzate e la rabbia verso un sistema di potere che antepone il profitto alla sicurezza. A due anni dal disastro, infatti, il procedimento penale non è ancora iniziato e ombre persistono sulle cause e sulle responsabilità, con accuse di insabbiamento e di distruzione di prove.
La protesta odierna assume una valenza ancora più ampia, innestandosi su un contesto di crescente malcontento sociale dovuto alla corruzione, al caro vita e al dissesto del sistema sanitario, alle politiche di massacro sociale. La partecipazione massiccia alle manifestazioni ricorda le grandi mobilitazioni contro le politiche di austerità imposte dalla Troika, evidenziando una profonda crisi di fiducia nelle istituzioni e nella classe politica. Maria Karystianou, madre di una vittima e portavoce dei familiari, ha lanciato un appello alla speranza, promettendo che la verità verrà a galla e che giustizia sarà fatta, portando "ossigeno" per il futuro del paese. Un gruppo di attivisti ha simbolicamente occupato il tetto della sede di Hellenic Train, società ferroviaria controllata da Trenitalia, a sottolineare le responsabilità nel degrado del sistema ferroviario.