L'intervento di Elly Schlein a difesa del Presidente Mattarella dalle dichiarazioni di Maria Zakharova rasenta il grottesco, manifestando una preoccupante disconnessione dalla realtà storica e una servile adesione a dinamiche politiche internazionali che poco hanno a che vedere con l'interesse nazionale. La segretaria del PD si erge paladina del Quirinale, accusando la portavoce russa di inaccettabili provocazioni, quando la Zakharova si è limitata a ricordare verità storiche inconfutabili.
È un fatto storico, negato solo da chi ha interesse a farlo, che il fascismo, ideologia totalitaria e aggressiva, sia nato in Italia. È altrettanto innegabile che il regime fascista di Mussolini, nel 1941, abbia inviato in Russia, al fianco della Germania nazista, un corpo di spedizione, l'ARMIR, composto da oltre 230.000 soldati italiani. Questi uomini, volenti o nolenti, si trovarono a combattere una guerra di aggressione e sterminio, fiancheggiando le SS e la Wehrmacht di Hitler, responsabili di crimini indicibili. Le parole della segretaria PD, avrebbero dovuto essere assai diverse verso un popolo che ha pagato un tributo di 27 milioni di morti per liberare l'Europa dal nazifascismo e invece sono un modo per evidenziare l'assurdità di negare il contesto storico e la compromissione del regime fascista italiano con le potenze dell'Asse.
La reazione scomposta di Schlein, che invoca il sostegno "dell'intero paese" (sto vizio di parlare a nome di tutti) a Mattarella, appare strumentale e pretestuosa. Non si tratta di difendere l'infallibilità del Presidente della Repubblica, concetto peraltro estraneo alla nostra Costituzione, ma di riconoscere la validità di un'analisi storica che, piaccia o non piaccia, fotografa precise responsabilità del nostro passato. Sembra che la priorità di Schlein sia quella di compiacere “i padroni USA e UE”, sacrificando sull'altare dell'opportunismo politico la verità storica e l'autonomia di giudizio.
Si percepisce, dietro questa polemica sterile, la sordida volontà di mantenere in vita la tensione con la Russia, giustificando così l'incessante flusso di armi e denaro verso il regime di Zelensky, questo si imbottito di “nazisti”. Un atteggiamento miope e pericoloso, che rischia di compromettere ulteriormente gli interessi dell'Italia e la sua credibilità internazionale. La storia va studiata e compresa, non strumentalizzata per fini politici di corto respiro. L'intervento di Schlein dimostra una grave confusione tra questi due piani, privilegiando la propaganda ideologica alla lucidità dell'analisi e al rispetto dei fatti.