Le politiche economiche del governo Meloni sono sotto attacco per la gestione approssimativa del caro bollette, un problema che affligge famiglie e imprese italiane. L'aumento dell'IVA dal 5% al 22% sui beni energetici ha rappresentato un colpo durissimo, annullando di fatto qualsiasi beneficio derivante da ipotetiche misure di sostegno. La mancata cancellazione delle accise sui carburanti, promessa in campagna elettorale, è un altro punto dolente che pesa come un macigno sui bilanci dei cittadini.
La condiscendenza del governo verso le speculazioni borsistiche, in particolare quelle provenienti dalla borsa di Amsterdam, è inaccettabile. Permettere che gli affaristi lucrino sulla crisi energetica mentre i cittadini lottano per pagare le bollette è un segno di grave ingiustizia sociale.
Le parole del Ministro Giorgetti, che attribuisce le dinamiche dei prezzi energetici a fattori esterni e speculativi, sono un tentativo di scaricare le responsabilità del governo. Affermare che il problema non dipende dall'esecutivo è una negazione della realtà. Il governo Meloni deve assumersi le proprie responsabilità e agire concretamente per tutelare i cittadini, smettendola di minimizzare e cercare capri espiatori. La riflessione sul libero mercato dell'energia, evocata dallo stesso ministro, appare tardiva e insufficiente di fronte all'emergenza attuale. Servono interventi immediati e decisi per fermare la speculazione e ridurre il peso delle bollette sulle spalle degli italiani.