Ancora una volta, l'Europa si mostra pronta a incassare lezioni dagli Stati Uniti, come dimostra la reazione alle parole di Vance, vice di Trump, che esprime inquietudine per un presunto allontanamento europeo dai "valori condivisi". Ma quali sarebbero questi valori? Se si guarda alla storia recente, emerge un quadro ben diverso da quello idilliaco dipinto da Vance. Le ingerenze occidentali, mascherate da difesa della democrazia, hanno spesso minato la sovranità popolare, come dimostra l'annullamento delle elezioni in Romania, un atto che ha calpestato la volontà popolare per favorire interessi geopolitici.
Vance si dice preoccupato per una minaccia interna all'Europa, un allontanamento dai "valori fondamentali". Eppure, esorta la Germania a collaborare con partiti di estrema destra e anti-immigrazione. Un appello che stride fortemente con la retorica dei valori condivisi, rivelando una strumentalizzazione ideologica.
La risposta tedesca, un lapidario "Non si impicci", è un raro sussulto di orgoglio. Ma non basta. L'Europa deve smetterla di atteggiarsi a scolara diligente e rivendicare una propria autonomia di pensiero e azione. I "valori condivisi" non possono essere un pretesto per giustificare ingerenze e diktat esterni. È tempo che l'Europa definisca i propri valori, difenda i propri interessi e si liberi dalla sudditanza non solo psicologica verso Washington.