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Le capitali servili: come l'Europa si è condannata all'irrilevanza

2025-02-14 01:00

Marco Nesci

politica internazionale,

Le capitali servili: come l'Europa si è condannata all'irrilevanza

Russia e Stati Uniti iniziano la trattativa per la fine della guerra in Ucraina, l'Europa umiliata e servile pietisce un posto che comunque non conterà nulla

Il servilismo idiota dell'Europa ha scavato la fossa per il Vecchio Continente, spingendolo sull'orlo del baratro economico e annientandone ogni velleità politica. Anni di accondiscendenza passiva, di adesione supina alle agende altrui, hanno prodotto un disastro di proporzioni epocali, trasformando una volta faro di civiltà e potenza in una colonia insignificante, buona solo a elargire denaro e a subire decisioni prese altrove.

Il mantra europeista, declamato ossessivamente da Bruxelles e dalle capitali continentali, si è infranto fragorosamente contro il muro della realtà. La presunta "unità" si è rivelata una gabbia dorata, un recinto ideologico dentro il quale le élite europee si sono auto-confinate, perdendo il contatto con il mondo reale e le sue dinamiche brutali. Mentre potenze come Stati Uniti e Russia tessevano le trame del nuovo ordine mondiale, l'Europa si baloccava con la retorica vuota dei suoi falsi "valori" e "principi", convinta che la sua superiorità morale, di presunta democrazia,  fosse sufficiente a garantirle un posto di rilievo sullo scacchiere internazionale.

Il risveglio è stato brutale. Oggi, i ministri europei elemosinano un coinvolgimento nei negoziati che contano, come dimostra il patetico appello: "Dovete coinvolgerci". Questi "buffoni", come giustamente vengono definiti, sono ridotti a mendicare un posto al tavolo dei grandi, mentre figure come Putin e Trump si consultano al telefono, ignorando superbamente le loro suppliche. L'incontro programmato in Arabia Saudita, ben lontano dalle capitali europee, è un simbolo eloquente della marginalizzazione del Vecchio Continente. L'Europa non è più considerata un interlocutore valido, ma un fastidio da evitare.

Le dichiarazioni di facciata di Germania, Francia e Spagna – “non ci sarà un accordo senza noi e Kiev” – suonano come l'eco lontana di un'epoca tramontata. Che cosa possono fare questi "pagliacci" se Stati Uniti e Russia decidono diversamente? Continuare una guerra per procura, dissanguando ulteriormente le proprie economie già fragili? La risposta è tragicomica: la loro unica opzione è continuare a recitare la parte dei servi sciocchi, sperando in una briciola di considerazione da parte dei padroni.

In questo quadro desolante, Giorgia Meloni, da subito trumpiana,  almeno sembra aver compreso la lezione defilandosi. La sua decisione di non firmare la dichiarazione congiunta con Germania, Francia e Spagna fa intendere un riallineamento all'approccio di Trump, un tentativo disperato di agganciarsi al carro del vincitore, abbandonando la nave europea che affonda. Che gli europeisti "se la prendano in quel posto", quelo che diceva Victoria Nuland ( segretario di Stato Usa ai tempi del colpo di stato in Ucraina) qualche anno fa oggi sembra dirlo la Meloni, nel disperato tentativo di sottrarsi al disastro imminente.

Perfino la stampa mainstream, dopo anni di propaganda russofoba e atlantista, inizia a registrare la realtà svegliandosi in un incubo. Marco Imarisio, del Corriere della Sera, ammette il "successo di Putin", riconoscendo – con tre anni di ritardo – ciò che era evidente fin dall'inizio. Repubblica, con un titolo ipocrita (non ce la fanno proprio)  come "Trump parla con Putin e lo riabilita", è costretta ad ammettere ciò che ha negato per anni. Il "retroscena" sull'idea della NATO di una "missione ONU sul terreno con soldati europei e cinesi" è l'ennesima conferma della confusione e dell'irrilevanza europea. Quell'idea, spacciata ora come "nuova", era già contenuta nell'accordo russo-ucraino del marzo 2022, accordo che l'Europa, accecata dal suo servilismo, ha contribuito a sabotare, affidando la missione di seppellire quell'accordo a Boris Johnson.

Il futuro per l'Europa è segnato: sarà ridotta al ruolo di bancomat per la ricostruzione dell'Ucraina, finanziando con i propri soldi e a spese del proprio welfare i debiti e gli interessi di altri. Un destino umiliante, la logica conseguenza di anni di servilismo idiota e di una classe dirigente incapace di comprendere le dinamiche del potere nel XXI secolo, che se avesse un minimo di dignità dovrebbe sparire dalla faccia politica della terra.  L'annientamento politico ed economico dell'Europa è sotto i nostri occhi, e il suo epitaffio potrebbe essere: "Qui giace un continente che si è venduto per un piatto di lenticchie".

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